1 Contenitore
Contenitore monoblocco in polipropilene, l'unico materiale
resistente all'acido solforico.
2 Piastra positiva
Ottenuta spalmando su un supporto reticolare (griglia) la
materia attiva. Le piastre delle batterie FAI hanno uno
spessore da 1,6 a 2 mm e garantiscono affidabilità delle
prestazioni e maggiore durata.
3 Piastra negativa
Ottenuta come la piastra positiva, impiegando però additivi
diversi. Ha uno spessore inferiore a quello della piastra
positiva.
4 Separatore
Evita che le piastre di segno opposto vengano a contatto,
permettendo però lo scambio ionico tra le piastre.
Nella produzione di batterie al piombo-acido viene impiegata una varietà di elettrodi positivi meglio conosciuti con il termine di “piastre”. Le piastre che compongono gli elementi di una batteria devono avere particolari requisiti, a seconda dell’utilizzo della batteria stessa. In sostanza la batteria accumula energia elettrica e la converte in energia chimica, e viceversa. Per elaborare tale reversibilità, il diossido di piombo (PbO2), contenuto nella piastra positiva, e il piombo spugnoso (Pb), contenuto nella piastra negativa, entrambe nella cella piombo–acido, sono convertiti in solfato di piombo PbSO4 quando entrambi reagiscono con l’elettrolita (acido solforico diluito 31 Bé ).
Si può quindi affermare che in un accumulatore al piombo–acido il processo di scarica avviene attraverso una reazione reversibile in cui il piombo, di cui sono costituiti gli elettrodi, reagisce con l’acido solforico presente nella soluzione elettrolita, formando acqua e solfato di piombo.
A parte le differenti leghe utilizzate per produrre la struttura della piastra (piombo-antimonio, piombo-calcio, piombo-selenio ecc. ), possiamo dividere le batterie in due gruppi:
La piastra piana è costituita da una griglia in piombo rettangolare, a reticolo, riempita con una miscela di diossido di piombo, acqua e acido solforico (materia attiva), accuratamente spalmata, asciugata e formata.
La piastra piana, per via della sua struttura, consente di realizzare ottimi elementi per batterie destinate all’avviamento di motori termici, in quanto può fornire elevati spunti per una breve durata.
L’aspettativa di vita di una batteria per avviamento a piastra piana è di circa quattro-sei anni se utilizzata per uso avviamento. Nel caso questo tipo di batteria venga usata per altri scopi, per esempio per alimentare motori elettrici oppure impianti luce ecc. (impiego per uso ciclico), si avrà inevitabilmente un prematuro collasso della materia attiva spalmata sulle griglie a reticolo. Infatti, la fine della vita della batteria a piastra piana è dovuta principalmente alla corrosione delle griglie positive, con la conseguente perdita di contatto tra griglia e materia attiva.
La piastra tubolare è composta da una serie di cilindri in lega di piombo, di spessore adeguato, collegati tra loro tramite pressofusione. In questi cilindri viene inserita e pressata la materia attiva (diossido di piombo ), poi la piastra completa viene totalmente rivestita con fibre in poliestere.
L’affidabilità di queste piastre è dovuta al fatto che la materia attiva è trattenuta rigidamente dai tubi portaossido, impedendo la fuoriuscita del materiale: ciò consente alla batteria di avere una lunga vita, circa dieci-quindici anni. Ovviamente, per la conformazione della piastra, questa batteria non è assolutamente indicata per l’avviamento di motori termici in quanto priva di spunto.
Le batterie a piastra tubolare di piccola capacità (max 200Ah) vengono assemblate in monoblocchi da 12V, mentre per batterie di capacità superiore si utilizzano celle singole da 2V, collegate in serie tramite connessioni.
Caratteristiche principali
Principali applicazioni